Fonni è una località di montagna, paese di pastori un tempo transumanti tra la Barbagia di Ollolai e il Campidano. È proprio qui, nello storico rione di Logotza, che si trova uno dei più illustri esempi di arte barocca e rococò della Sardegna. Nella parte meridionale dell’abitato, su terre donate ai padri francescani dal fonnese don Stefano Melis, furono costruiti nei primi decenni del XVII secolo una chiesa e il convento, nel semplice stile francescano: il quadrilatero del chiostro, il pozzo al centro, su un lato la chiesa della Santissima Trinità.
Nel 1702, per iniziativa del padre nuorese Pacifico Guiso Pirella, furono avviati i lavori per il nuovo santuario, impostato sulla preesistente chiesa, ma dedicato alla Vergine dei Martiri. L’ambizioso progetto, che prevedeva un santuario superiore e una cripta sottostante, fu affidato a capimastri e maestranze lombardi. A loro si deve il linguaggio fiorito ed esuberante, allora in voga nelle capitali di tutta Europa.
La chiesa superiore, a navata unica con volta a botte, conserva nel presbiterio la venerata immagine della Vergine dei Martiri, che la tradizione racconta sia stata fabbricata con le ossa provenienti dalle catacombe romane di Lucina. Un alto tamburo sostiene la cupola ottagonale. Gli interni sono riccamente adornati con opere scultoree, stucchi e la decorazione pittorica di Pietro Antonio e Gregorio Are. Altrettanto fastosa la cripta, dedicata a sant’Efisio e san Gregorio Magno, santi molto venerati in Barbagia. Conta due ambienti distinti: nel vestibolo, cinque nicchie su ogni lato ospitano le effigi di altrettanti santi francescani.
Nel santuario vero e proprio si ammirano la rigogliosa decorazione a stucco policroma e le tempere degli Are sulla volta. Il complesso comprende, oltre al santuario e al convento, anche l’oratorio di San Michele Arcangelo, realizzato a metà del XVIII secolo, sempre in stile rococò, e le cumbessias, gli alloggi in passato destinati ai novenanti. Chiesa e convento sono ancora oggi officiati dai frati minori osservanti.
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