Fu il feudatario locale, il marchese don Antonio Manca, a chiedere la presenza dei cappuccini a Mores e a donare, allo scopo, un terreno posto su un luogo elevato del paese, i Piani de San Pedru, dove già esisteva una piccola chiesa titolata, appunto, a san Pietro. Era il 1703, ma un convento non fu costruito fino al 1714, annesso alla chiesa, che venne ristrutturata e dedicata a sant’Antonio da Padova.
Lo stile è quello semplice di tutti i conventi dei cappuccini: il chiostro abbellito da alberi di agrumi con al centro il pozzo, il campanile a vela, la chiesa a navata unica. Poco è cambiato da allora nonostante le vicissitudini del convento. Come tutti i beni appartenenti agli ordini ecclesiastici, fu confiscato sotto i Savoia nel 1866 e adibito a caserma dei carabinieri. I frati non cessarono mai di officiare nella chiesa di Sant’Antonio e ritornarono in possesso del convento nel 1938, con il sostegno di tutta la popolazione.
Già in passato il convento era stato luogo di formazione: nel XVIII secolo era stato sede di studentato teologico. Fu solo nel 1959, dopo una radicale ristrutturazione, che fu adibito a sede del noviziato. Un luogo appartato e tranquillo, in un contesto rurale – che in qualche occasione era stato vissuto dagli stessi frati anche come luogo di punizione – divenne il sito più idoneo per la formazione dei novizi.
Dagli anni Ottanta il convento è sede del postulato: qui i giovani desiderosi di intraprendere la vita conventuale ne fanno una prima esperienza formativa. Il luogo è molto adatto per sperimentare la semplicità di una fraternità francescana, ma non mancano opere d’arte: nella chiesa il presbiterio è abbellito da un antico tabernacolo e da un rivestimento in legno intagliato, opera di padre Paolo Bertelli da Iglesias, maestro ebanista.
Piazza Cappuccini 6, tel. 079.70.60.10.