Luogo di sentita devozione popolare, è intimamente legato alla personalità di fra Nazareno da Pula (1911 – 1992), frate minore cappuccino. Non si può dire che Giovanni Zucca – questo il suo nome per l’anagrafe – non abbia avuto una vita intensa e ricca di esperienze, pur essendo nato in un contesto contadino, e pur non avendo avuto la possibilità di studiare.
Trascorre la prima giovinezza nella nativa Pula, impegnato nei lavori agricoli e pastorali. Non disdegna il gioco e la festa, come tutti i suoi coetanei; la caccia è una grande passione. Pensa a creare una famiglia, si fidanza. Il futuro sembra essere chiaro nella sua mente, ma arriva la guerra. Nel 1935 partecipa alla campagna d’Africa, in Etiopia. Congedato, decide di rimanere in Africa, dove mostra di avere ottime capacità imprenditoriali, avviando un’attività di ristorazione con annesso negozio. Poi, nel 1940, è chiamato di nuovo alle armi e viene fatto prigioniero dagli inglesi.
Torna dal Kenya nel 1946, ed è un uomo diverso, provato dalla reclusione e dalla guerra, inquieto, e ben presto si trova in preda a una profonda crisi esistenziale. Forte di carattere e intransigente con se stesso, adotta uno stile di vita rigoroso ed essenziale, e ricorre sempre più spesso alla preghiera, ultima risorsa nella disperazione. Nel 1950 si reca a San Giovanni Rotondo per incontrare il frate di cui tutti parlano: la decisione è presa, e chiede di essere ammesso nell’Ordine dei cappuccini di Sardegna.
Chiude il suo percorso terreno e spirituale con il ritorno al luogo delle origini. Ottiene di poter vivere su una piccola proprietà agricola messa a disposizione dalla sorella. Qui conduce una vita di preghiera, in una casa che è poco più che una capanna. Riceve quotidianamente visite dei fedeli, che cercano da lui “una parola buona”, un consiglio, il conforto in un momento di difficoltà, di malattia.
La capanna fu poi trassanuk bianco”> in una modesta casetta, e dopo la morte di fra Nazareno è diventata un piccolo museo che espone oggetti a lui appartenuti, a cominciare dalla sua bisaccia di questuante, sa bertula, e dal suo rosario, da cui non si separava mai. Reliquia a suo modo originale, nell’atrio esterno della casa è esposta la vecchia auto Fiat con cui un benefattore accompagnava il frate nelle sue uscite.
Negli anni, alla semplice casa rurale sul terreno di Sa Guardia de su Predi si sono aggiunti un piccolo convento, la via crucis, vigne e giardini curati da volontari e dai frati residenti. Di recentissima costruzione, grazie soprattutto al contributo di benefattori, la chiesa dedicata alla Madonna della Consolazione, che ospita la tomba di fra Nazareno.
Per informazioni: Tel. 070.92.42.056 – www.fraticappucciniinsardegna.it.